DATA 05-08-2021
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<005>20200121184303.0 <013>20200117095657.7 <143>I *veleni di Palermo / Rosario La_Duca^fTU^g500^xSBN^yPAL0294333^520161118131116.2 <710>La_Duca, Rosario^fAU^g700^i1^j070^xSBN^yCFIV022060^520120418175523.0^21 <712>Sciascia, Leonardo^fAU^g702^i3^xSBN^yCFIV007954^520191009103316.9^21 |
<005>20210805180137.0 <013>20210804130330.4 <014>^aIT^bICCU <143>I *veleni di Palermo^fTU^g500^xSBN^yPAL0294333^520161118131116.2 <520>Arsenico, cianuro, stricnina, acqua tofana: sono questi i veleni di Palermo; niente metafore dunque, protagoniste di questo libro, pieno di storia e di storie, sono proprio le sostanze tossiche con cui venivano compiuti omicidi di ogni sorta. La Duca incanta con le sue storie e racconta sette secoli di pozioni micidiali che consentivano assassinii discreti e veloci, insomma delitti perfetti. ĢI veleni di Palermo. Non quelli che direi veri, i lenti e sottili veleni del vivere a Palermo; ma le immediatamente fatali e volgari pozioni, il poison criminalmente dosato nella domestica minestra, nelle salse, negli intingoli, nelle creme; il mort-aux-rats promosso a funzioni liberatorie nelle asfissie da marito o da moglie, negli amori impossibili, nelle possibili ma tardanti ereditā. Il veleno comprato dallo speziale con la scusa della casa e del vicolo da disinfestare; o pagato lautamente alla fattucchiera rivelando luso cui č destinato; o segretamente distillato da erbe e sali. Il veleno dei casi che generalmente si dicono sordidi: gli amorazzi, la roba, le insopportabili vessazioni del pater familiae; lodio che si accumula giorno per giorno, ora per ora; limpazienza che si acuisce e delira; la livida invidia e rapaceģ. Dallintroduzione di Leonardo Sciascia <710>La_Duca, Rosario^fAU^g700^i1^j070^xSBN^yCFIV022060^520210625133806.5^21 <712>Sciascia, Leonardo^fAU^g702^i3^xSBN^yCFIV007954^520210420144106.3^21 |